venerdì 22 maggio 2009

Ultime news.



Ragioniamo su cosa sta capitando sia a livello regionale che nazionale con questa professionalità che ci distingue dalle altre, non facciamoci accecare o assordare dalla rabbia, ma usiamola intelligentemente come una spinta tenacia per voler cambiare le cose.

Ecco le news.


In seguito ad un controllo dei Nas alla Regione Piemonte e anche ad una loro notevole sanzione, la Regione ha deciso di "riordinare" la nostra professione. Molti nostri colleghi che lavorano in campo sanitario (servizi come quelli psichiatrici, per le tossicodipendenze o comunque fininziati dalle ASL) rischiano di essere accusati di "abuso di professione". Probabilmente questa accusa potrà essere estesa anche a chi fa parte dei servizi socio-sanitari, ma lo sapremo a breve con certezza.
Quale educatore è in regola e quale no?
Sono in regola gli educatori che possiedono il diploma della Scuola Regionale ottenuto prima del 1998 e i laureati presso l' Interfacoltà in Educazione Professionale.
Quale soluzione è possibile per regolamentare tutti gli altri operatori?
L' Assessore Artesio dice che una sanatoria non è possibile svolgerla in quanto per poterla attuare si dovrebbero mettere daccordo tutte le Regioni e aprire un dialogo con lo Stato, ma per loro, nelle altre Regioni non esiste questo problema... è esclusivamente piemontese (momento di rilfessione).
Allora: cosa fare con tutti gli altri operatori che hanno studiato per svolgere questo lavoro e gli avevano fatto credere che con quel titolo avrebbero potuto professare liberamente?
Tutti a studiare se non vogliono cambiare servizio. La Regione ha deciso di istituire un Corso parallelo a quello di Educazione Professionale per riqualificare tali educatori. In accordo con l'Università questo Corso (che prevede la frequenza obbligatoria e il raggiungimento di 120 CFU) sarà strutturato in modo tale da agevolare il più possibile i lavoratori tenendo conto che comunque sono già qualificati e impegnati temporalmente ed energicamente a lavorare non solo per passione ma anche e soprattutto per vivere.

Spunti di riflessione: è vero che il problema è esclusivamente piemontese? E quindi non è possibile richiedere una sanatoria?

Nel mentre noi abbiamo inviato alla Regione Piemonte e all'Università, già da tempo la lettera che molti di voi hanno firmato durante il Convegno del 31 gennaio 2009 o nei giorni seguenti, ma non ci è ancora pervenuta risposta.

Ragazzi... facciamo appello alla nostra e vostra professionalità: siamo porfessionisti che lavorano in luoghi complessi e spesse volte, tornando a casa, abbiamo voglia di semplicità e svagare il nostro pensiero. Ci siamo sempre occupati degli altri e pochissime volte di noi stessi e della nostra professione, forse è ora di pensarci. Possediamo un bagaglio culturale ed sperienziale notevole che distinguono la nostra professione dalle altre, serviamocene per capire cosa sta capitando sia a livello regionale che nazionale, non facciamoci accecare o assordare dalla rabbia, ma usiamola intelligentemente come una spinta tenacia per voler cambiare le cose. Le accuse non ragionate servono solo ad aumentare l'ignoranza e ad aumentare l'oblio in cui stiamo cadendo.

2 commenti:

Unknown ha detto...

scusate, ma per i laureati in Scienze dell'educazione (ovverosia non interfacoltà e non SFEp prima 1998, in che condizioni sono?

Differentità ha detto...

Per i laureati in Scienze dell'Educazione, se vorranno continuare a lavorare all'interno dei servizi sanitari, dovranno laurearsi tramite il Corso parallelo all'Interfacoltà che è descritto nel post.
Ovviamente tutto a discrezione degli operatori e della Cooperativa... se vogliono mettersi in regola e non rischiare la multona (se non altri tipi di sanzioni) devono conformarsi alla nota regionale.