giovedì 16 luglio 2009

CONTATTI

Indirizzo:

Differentità
casella postale 532
Via Alfieri 10
10121 Torino Centro

Indirizzo e-mail: differentita@yahoo.it

domenica 12 luglio 2009

Petizione 9/7/2009. Risposta alla Circolare prot.n 293/uc/san del 18/2/2009 emanata dall'Assessore Artesio

Qui di seguito troverete il frutto degli incontri spontanei di alcuni educatori che di fronte alla Circolare prot.n 293/uc/san del 18/2/2009 emanata dall'Assessore Artesio, hanno deciso di attivarsi e farsi promotori di una petizione. Abbiamo sentito l'esigenza di unirci per dar voce alla nostra professione ed esprimere il nostro dissenso di fronte all'ingiustizia cui gli educatori sono sottoposti ogni qualvolta si decida di "regolarizzare" il nostro profilo, senza ascoltare la nostra opinione. Nel corpo della petizione troverete, oltre alle richieste specifiche che avanziamo alla Regione Piemonte, anche una dichiarazione delle fondamenta culturali dell'educatore a cui vorremmo che le Istituzioni facessero riferimento nei processi di regolamentazione. L'Associazione Differentità ha offerto il suo sostegno come segreteria organizzativa del gruppo educatori promotori. Vi terremo aggiornati. Continuate a seguire il blog e passate la voce........
Se volete anche voi far firmare il documento ai vostri colleghi, scriveteci



PETIZIONE


Gentile collega,
siamo un gruppo di educatori provenienti dagli ambiti lavorativi più disparati (pubblico, privato sociale; sanitario, socio-assistenziale, …) e con formazione diversa (scuole regionali, riqualifiche, Scienze dell’Educazione, Corso di laurea Interfacoltà) che liberamente e spontaneamente si è riunito e ha deciso di attivarsi per far sentire la propria voce in merito ai cambiamenti che, per l’ennesima volta, toccano la nostra professione e tutti noi da molto vicino.

A seguito di recenti controlli dei NAS presso alcuni servizi presenti sul territorio regionale, è stata riscontrata un’irregolarità nell’applicazione della normativa vigente in merito al titolo della figura dell’educatore professionale. Tale irregolarità riguarda specificatamente il comparto sanitario, presso il quale può operare solo chi è in possesso della Laurea in di Educatore Professionale conseguito presso i corsi Interfacoltà o chi è in possesso del titolo rilasciato dalle scuole regionali e conseguito entro il 31/12/1999.

Così si era infatti espressa la Corte Costituzionale con la Sentenza n. 153/2006, dichiarando che l’Art. 32, commi 1 e 2, della legge della Regione Piemonte 8 gennaio 2004 n. 1 viola l’esclusività della competenza statale in materia di individuazione delle figure professionali, dei relativi profili e dei titoli abilitanti stabilita dal nuovo testo dell’Art. 117, terzo comma, della Costituzione.

A seguito dell’irregolarità riscontrata l’Assessore alla Tutela della salute e Sanità della Regione Piemonte dott.ssa Eleonora Artesio, ha emanato una circolare (prot.n 293/uc/san del 18/2/2009) in cui, precisato quanto sopra, dà istruzione alle Aziende Sanitarie affinché si accertino che il personale sanitario con profilo di educatore professionale risulti in possesso dei titoli abilitanti alla professione, cioè quello rilasciato dai Corsi di Laurea Interfacoltà e i diplomi regionali conseguiti entro il 31/12/1999.

Ad oggi nei servizi sanitari o con partecipazione sanitaria lavorano educatori in possesso di una molteplicità di titoli previsti dalla legge regionale citata. L’Art. 32, commi 1 e 2 stabiliva infatti che per l’esercizio della professione di educatore professionale occorreva, alternativamente, «a) diploma o attestato di qualifica di educatore professionale o di educatore specializzato o altro titolo equipollente conseguito in esito a corsi biennali o triennali post-secondari, riconosciuti dalla Regione o rilasciati dall'Università; b) laurea in scienze dell'educazione-indirizzo educatore professionale extrascolastico, indirizzo e curriculum educatore professionale; c) laurea di educatore professionale conseguita ai sensi del D.M. 8 ottobre 1998, n. 520 [Corso di Laurea Interfacoltà]».

Tutto ciò si va ad inserire in un momento storico in cui i servizi sociali a disposizione dei cittadini vedono una seria riduzione che comporta meno servizi per le persone in difficoltà, più fatica per chi vi lavora e tagli dei posti di lavoro.


CONSEGUENZE E CONSIDERAZIONI

Gli effetti di tutto questo sono piuttosto allarmanti. Molti colleghi che lavorano in ambito sanitario non hanno il titolo richiesto ed il rischio che si profila potrebbe anche essere quello di una denuncia penale per abuso di professione sanitaria, nonostante il titolo in suo possesso fosse, fino a poco tempo fa, riconosciuto dalla legge della Regione Piemonte.

Per far fronte alla situazione la nostra Regione pare disponibile a trovare soluzioni in merito ai titoli acquisti solo fino al 2004. Il periodo compreso tra il 1999 e il 2004 è da considerarsi di vacanza formativa, poiché non era attivo alcun percorso formativo che desse l’abilitazione per il comparto sanitario: l’Università ha infatti attivato il primo corso triennale per Educatore Professionale presso l’Interfacoltà nell’a.a. 2002/2003. Queste sono le considerazioni che, a dire delle Regione, porrebbero le basi legali per la regolarizzazione fino al 2004. La Regione sembra inoltre intenzionata a far si che in futuro all’interno dei suoi servizi sia presente un’unica figura di educatore: quella con il titolo conseguito presso il Corso di Laurea Interfacoltà. Chi non ha questo titolo dovrà riqualificarsi e, sempre la Regione, stima siano circa 60 gli educatori da riqualificare che già lavorano nella sanità e circa 600 gli educatori impegnati negli altri servizi sanitari e d’integrazione.

Riteniamo tale proposta inaccettabile sotto tanti punti di vista:
  • non si può chiedere nuovamente a personale che lavora, qualificato, con anni di esperienza, che magari ha già effettuato una riqualifica per adeguare il suo titolo di studio alla richieste provenienti dalla stessa Regione Rimonte, di affrontare una nuova riqualifica, magari a 50-55 anni, con tutto ciò che comporta in termini di costi individuali (economici, di tempo, di stress) e a carico dell’Ente – e di conseguenza della collettività – che dovrà concedere premessi, individuare sostituti, ecc.;
  • non può essere imputata la responsabilità della situazione attuale ai lavoratori: non sono loro, infatti, che hanno definito le regole. Semmai le hanno seguite, accedendo a concorsi che prevedevano il titolo di studio in loro possesso o accettando proposte di assunzione da parte degli Enti del privato sociale che, necessariamente, si rifacevano alla normativa vigente.
  • non ha senso separare la professione di educatore svolta in servizi sanitari e socio-assistenziali. Ciascun educatore deve continuare ad avere la possibilità di lavorare in entrambi i comparti, in base alle opportunità e alle esigenze. La formazione e le caratteristiche professionali, che si basano sulla progettazione e sulla relazione educativa, consentono tale mobilità e definiscono l’integrazione una caratteristica tipica della figura, come anche la Legge 8 novembre 2000, n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” e il piano socio sanitario 2006-2010 richiedono.

SCOPO DELLA PETIZIONE E RICHIESTE ALLA REGIONE PIEMONTE

Lo scopo di questa raccolta firme è duplice: far sentire la nostra voce a chi dovrà decidere del futuro nostro e di tanti colleghi e fare pressione affinché si giunga ad una soluzione più giusta rispetto ad una situazione che si è creata non certo, lo ribadiamo, per responsabilità o negligenza degli educatori.

Pertanto

In merito a quanto sopra si richiede alla Regione Piemonte di impegnarsi per trovare soluzioni atte a risolvere l’attuale situazione sulla base di alcuni criteri che riteniamo imprescindibili:

  1. stabilire che, data la situazione attuale del personale in servizio presso i servizi sanitari o con partecipazione sanitaria, la Regione Piemonte riconosca tutti titoli di studio in possesso degli educatori in servizio (Laurea di Educatore Professionale Interfacoltà, Laurea in Scienze dell’Educazione, Diploma e attestato rilasciato dalle scuole regionali sia in sede di formazione di base che di riqualifica);
  2. riconosca altresì l’attestato professionale che verrà acquisito dagli educatori che stanno frequentando gli ultimi corsi di riqualifica iniziati nell’autunno 2008, attivati e fortemente caldeggiati dalla Regione Piemonte stessa che già sapeva da diversi anni che tale titolo non abilitava alla professione in ambito sanitario (almeno dalla Sentenza n. 153/2006 della Corte Costituzionale);
  3. che la Regione Piemonte si faccia promotrice nelle sedi istituzionali appropriate (Conferenza Stato-Regioni, ecc.) di una riforma del percorso formativo di base dell’educatore professionale al fine di individuare un unico titolo per tutti i comparti. A tal fine teniamo a ribadire la necessità che venga preservata la specificità del lavoro educativo che si fonda principalmente sulla relazione d’aiuto, sulla relazione educativa e sulla progettazione educativa. La sua formazione di base dovrà continuare ad essere incentrata principalmente sulle scienze di natura pedagogico evolutiva, integrata – come è sempre stato – da competenze provenienti da altre aree disciplinari (scienze psicologiche, sociologiche, antropologiche, mediche, giuridiche e organizzative). Tali competenze devono e possono integrare e completare il profilo dell’educatore professionale ma non definirlo. L’allegato al presente documento approfondisce questo punto e, pertanto, è da considerarsi parte integrante e indivisibile dello stesso;
  4. che si impegni ad operare in tutte le sedi opportune affinché venga data una corretta informazione a chi intende formarsi alla professione di educatore in merito ai percorsi formativi ad oggi attivi e ai relativi sbocchi professionali.

Torino, 9 luglio 2009

Gruppo educatori promotori
(Matteo Baldo, Alessandro Bianchi, Gabriele Bresso, Maria Dalla Mariga, Francesco Garzone, Michela Martini, Simone Nosenzo, Veronica Paolella, Silvia Sammartino, Alessandro Zanetti)


Segreteria organizzativa:
Associazione Differentità
http://differentita.blogspot.com/
differentita@yahoo.it

Allegato:

Gli educatori proponenti la raccolta firme si riconoscono in una professione che, nelle sue linee essenziali, segua i punti sotto elencati:

  1. La professione dell’educatore professionale si fonda principalmente sulla relazione d’aiuto, educativa e sulla progettazione educativa;
  2. le competenze che l’educatore deve mettere in campo sono principalmente di natura pedagogico evolutiva ma anche tecnico scientifica. Queste ultime (elementi di psicologia, psicologia evolutiva, psicologia sociale, sociologia, comunicazione, neuropsichiatria infantile, psichiatria, medicina di base, ecc.) sono necessarie per tutte le altre competenze che riguardano l’esigenza di un lavoro interistituzionale ed interprofessionale (lavoro con le reti formali ed informali);
  3. il profilo dell’educatore professionale deve essere unico con possibilità di espletare le proprie competenze sia nel comparto socio-sanitario che in quello socio-assistenziale;
  4. coloro che formeranno l’educatore professionale dovranno formarlo sia nel comparto socio-sanitario che in quello assistenziale;
  5. il ruolo unico dell’educatore professionale si è strutturato negli anni conclamandosi inequivocabilmente attraverso l’esperienza diretta sul campo;
  6. noi ci opponiamo con forza e determinazione a tutti i possibili tentativi di medicalizzazione della figura dell’educatore professionale, pur tenendo conto che nella sua formazione devono rientrare a pieno titolo ed in modo integrato competenze provenienti da altre aree disciplinari (scienze psicologiche, sociologiche, antropologiche, mediche, giuridiche e organizzative). Tali competenze devono e possono integrare e completare il profilo dell’educatore professionale ma non definirlo, poiché tale profilo è definito dalla sintesi dei saperi messa in opera nella relazione e progettazione educativa;
  7. in base ai saperi così definiti l’educatore si caratterizza come unica professione in grado di fare sintesi tra le diverse aree disciplinari ed integrare virtuosamente nel lavoro con la persona gli apporti provenienti dagli altri professionisti della relazione d’aiuto. Preservarne la natura e le specificità valorizzandole, ha un diretto impatto sulla qualità dei servizi, aspetto d’interesse fondamentale per chi esercita la professione di educatore ma riteniamo anche per la collettività e la stessa Regione Piemonte come Ente erogatore dei servizi stessi;
  8. la storia della pedagogia ci insegna che medici famosi hanno fatto un percorso tecnico scientifico che il ha portati alla pedagogia e non viceversa. Questo significa che un buon percorso educativo agisce anche sugli stili di vita ed evita che il soggetto divenga, nella medicalizzazione, “oggetto di cura”. L’educatore tiene conto delle parti malate del soggetto ma con la relazione e la progettazione si rivolge, attivandole, alle parti sane del soggetto, crea occasioni affinché il soggetto si posso realizzare attivando il proprio desiderio.

giovedì 2 luglio 2009

Circolare (prot.n 293/uc/san del 18/2/2009) dell'Assessore Artesio
















Siamo riusciti ad avere grazie a Simone (grazie!) la circolare della Regione. A causa di problemi logistici del blog, posso inserirla come immagine, quindi se volete ingrandirla per leggerla dovrete cliccarci sopra.


mercoledì 1 luglio 2009

Buone Nuove sulla circolare (prot.n 293/uc/san del 18/2/2009) dell'Assessore Artesio

Si dice che....

altre Regioni, come il Veneto, abbiano in realtà già affrontato il nostro problema. Anch'essi si sono trovati, come noi, a dover rimettere in regola la categoria degli educatori che lavorano all'interno dei servizi sanitari e socio-sanitari secondo la normativa vigente, per evitare l'accusa di "abuso di professione". La strategia adottata è stata quella di riconoscere sia i titoli equipollenti all'Interfacoltà in Educazione Professionale, secondo il D.M. del 27 luglio del 2000 (che comunque sarebbero quelli che la Regione ha intenzione di "salvare"), sia i lauerati in Scienze dell'Educazione e i possessori del titolo delle Scuole regionali.

Se vi interessa, potete leggere il resoconto della riunione "Tu vuò fa l'educatore" tenutosi grazie alla Cooperativa Animazione Valdocco e redatto dalla cooperativa stessa.

Se avete più informaizioni di noi.. e le volete condividere. vi invito a inviare il materiale a

differentita@yahoo.it

oppure postare direttamente qui.

Appena abbiamo della documentazione che attesti cos'è successo in quelle Regioni lo pubblichiamo.