martedì 26 maggio 2009

Ultimissime belle news.

Un'ordinanza del Tribunale qualche tempo fa ha riammesso al lavoro due operatori, licenziati per inadeguamento del titolo, che si sono qualificati con la Scuola Regionale per Educatori dopo il 1998. Per tal motivo, molto probabilmente, anche questa categoria di educatori può continuare a lavorare all'interno di servizi sanitari o socio-sanitari.

se qualcuno sa qualcosa in più, commenti il post o ce lo comunichi alla nostra e-mail.

sabato 23 maggio 2009

Manifesto dell'educatore

A fronte della richiesta di alcuni Presidi delle Facoltà di Medicina e Chirurgia di far diventare la formazione dell'educatore un master post-infermieristico urge dichiarare a chiare lettere CHI SIAMO e QUALI SONO LE NOSTRE COMPETENZE PROFESSIONALI. Scusate la franchezza, ma, personalmente, mi è parso che chiunque abbia un minimo di potere in questa bella Italia possa un giorno svegliarsi e dire.... "Ma sì... oggi l'educatore deve essere formato dalla Facoltà di Economia e da Giurisprudenza e d'ora in poi si occuperà di lavorare per ....". Una volta dichiarati i nostri "paletti professionali", forse, riusciremo a difenderci da simili attacchi.


Inoltre la nostra filosofia di lavoro è ben chiara: lavoriamo insieme per costruire una nostra cultura che diffonderemo per farci conoscere e giustamente rivalutare. A tal proposito pubblichiamo uno scritto di una nostra collega Maria Dalla Mariga, che già da tempo aveva riflettuto su questa questione. Usiamolo come base di lavoro per costruire una nostra CARTA D'IDENTITA, o appunto, un MANIFESTO.


Eccolo.



L’ EDUCATORE PROFESSIONALE


CHI E’: un professionista , esperto in relazione educativa

I SAPERI: educativo relazionale trasversale a più discipline: pedagogia,
sociologia, psicologia, diritto, legislazione ed organizzazione dei
servizi socio-sanitario e lavorativo, neuropsichiatria, psichiatria, igiene,ecc.
discipline ecologico- ambientali.

CHE COSA FA: progettazione socio-educativa e co-progettazione in reti primarie e secondarie
in approccio multidisciplinare
" la trasversalità delle funzioni, evita la cristallizzazione
istituzionalizzante , promuove l’ integrazione circolare di azioni tra ambiti d’intervento diversi"

AMBITI D’ INTERVENTO: educativo: di prevenzione primaria e secondaria, di riduzione
del danno, socio-riabilitativo, lavorativo –occupazionale,
ecologico-ambientale

DEONTOLOGIA: contribuisce al progresso di partecipazione democratica, attraverso
percorsi di accompagnamento all’ esigibilità tra diritti e doveri
costituzionali in situazione di vulnerabilità , favorendo e promuovendo il riequilibrio tra disparità sociali per :

PRODOTTO: cambiamento individuale, sociale sistemico-circolare
favorire l’ accesso al diritto di cittadinanza e di appartenenza attiva
creare agio attraverso processi di empowerment
agisce progresso umano/civile attraverso azioni democraticamente definite e deliberate per un riequilibrio sociale partecipato possibile

COSA CHIEDIAMO: che sia data dignità e diritto alla professione e al lavoro attraverso:
La definizione di un profilo professionale di base unico, trasversale ai settori d’intervento e riconosciuto a livello interministeriale
Superamento della frammentazione attuale con la definizione di un percorso di formazione universitaria unico con possibilità di corsi di approfondimento specifici nella specialistica
Riconoscimento ed equiparazione contrattuale unica indipendentemente dal settore lavorativo di inquadramento, per porre fine alla discriminazione professionale presente in atto che viola la Dichiarazione Universale dei diritti; adottata dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 10/12/48 (art. 23 comma 2) e riconosciuta dalla Comunità Europea e dallo Stato Italiano .


Seguono la Legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali" e il Decreto Legislativo 30 dicembre 1992 N. 502 * (in S.O. alla Gazzetta Ufficiale 7 gennaio 1994 n. 4) Testo aggiornato del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, recante: "Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421" che non ho riportato per questioni logistiche.


Bene. Apriamo il dibattito!!! Cosa ne pensate?


Di questo ne parleremo anche in

WORKHOP 2

SABATO 30 MAGGIO 2009

ore 10.30-12-30

Sala Meeting di Passpartout

Via San Marino, 10 Torino


durante questo incontro ci saranno gli aggiornamenti dei gruppi di lavoro formatisi durante il workshop del 21 febbraio e in più ci saranno aggiornamenti sulla situazione attuale dell'educatore.


Vi aspettiamo.

venerdì 22 maggio 2009

Ultime news.



Ragioniamo su cosa sta capitando sia a livello regionale che nazionale con questa professionalità che ci distingue dalle altre, non facciamoci accecare o assordare dalla rabbia, ma usiamola intelligentemente come una spinta tenacia per voler cambiare le cose.

Ecco le news.


In seguito ad un controllo dei Nas alla Regione Piemonte e anche ad una loro notevole sanzione, la Regione ha deciso di "riordinare" la nostra professione. Molti nostri colleghi che lavorano in campo sanitario (servizi come quelli psichiatrici, per le tossicodipendenze o comunque fininziati dalle ASL) rischiano di essere accusati di "abuso di professione". Probabilmente questa accusa potrà essere estesa anche a chi fa parte dei servizi socio-sanitari, ma lo sapremo a breve con certezza.
Quale educatore è in regola e quale no?
Sono in regola gli educatori che possiedono il diploma della Scuola Regionale ottenuto prima del 1998 e i laureati presso l' Interfacoltà in Educazione Professionale.
Quale soluzione è possibile per regolamentare tutti gli altri operatori?
L' Assessore Artesio dice che una sanatoria non è possibile svolgerla in quanto per poterla attuare si dovrebbero mettere daccordo tutte le Regioni e aprire un dialogo con lo Stato, ma per loro, nelle altre Regioni non esiste questo problema... è esclusivamente piemontese (momento di rilfessione).
Allora: cosa fare con tutti gli altri operatori che hanno studiato per svolgere questo lavoro e gli avevano fatto credere che con quel titolo avrebbero potuto professare liberamente?
Tutti a studiare se non vogliono cambiare servizio. La Regione ha deciso di istituire un Corso parallelo a quello di Educazione Professionale per riqualificare tali educatori. In accordo con l'Università questo Corso (che prevede la frequenza obbligatoria e il raggiungimento di 120 CFU) sarà strutturato in modo tale da agevolare il più possibile i lavoratori tenendo conto che comunque sono già qualificati e impegnati temporalmente ed energicamente a lavorare non solo per passione ma anche e soprattutto per vivere.

Spunti di riflessione: è vero che il problema è esclusivamente piemontese? E quindi non è possibile richiedere una sanatoria?

Nel mentre noi abbiamo inviato alla Regione Piemonte e all'Università, già da tempo la lettera che molti di voi hanno firmato durante il Convegno del 31 gennaio 2009 o nei giorni seguenti, ma non ci è ancora pervenuta risposta.

Ragazzi... facciamo appello alla nostra e vostra professionalità: siamo porfessionisti che lavorano in luoghi complessi e spesse volte, tornando a casa, abbiamo voglia di semplicità e svagare il nostro pensiero. Ci siamo sempre occupati degli altri e pochissime volte di noi stessi e della nostra professione, forse è ora di pensarci. Possediamo un bagaglio culturale ed sperienziale notevole che distinguono la nostra professione dalle altre, serviamocene per capire cosa sta capitando sia a livello regionale che nazionale, non facciamoci accecare o assordare dalla rabbia, ma usiamola intelligentemente come una spinta tenacia per voler cambiare le cose. Le accuse non ragionate servono solo ad aumentare l'ignoranza e ad aumentare l'oblio in cui stiamo cadendo.

lunedì 4 maggio 2009

Risposta dei Corsi di Studio in Educazione Professionale in merito alla proposta Master "Educatore" di Scienze Infermieristiche

In risposta alla proposta sorta all'interno della Conferenza Italiana tra Presidi di Medicina e Chirurgia di trasformare la formazione dell'educatore in un Master di Scienze Infermieristiche, i Corsi di Studio in Educazione Professionale hanno sottoscritto un documento.

Invito tutti quanti a leggerlo dato che stanno tutelando anche gli interessi della nostra professione e della futura qualità dei servizi.

Noi al contempo potremmo stilare insieme uno scritto in cui dichiariamo "chi è e cosa fa l'educatore" in modo tale da poterci difendere da ulteriori attacchi alla nostra Identità Professionale.