martedì 22 maggio 2007

Risposta di Gabriele, il nostro presidente, al post "Chi siamo?"

ciao Veronica, finalmente sono andato a vedere il blog. sono d'accordo con te sul fatto che bisognadare visibilità non a noi ma a tutte quellepersone che non hanno voce ne diritti. nellanostra società quelli che non sono"produttivi" onon cantano nel coro non vengono considerati, sifa finta che non esistano. Alcuni vorrebbero chetutte queste persone diverse" si potessero farsparire in qualche modo: prigione, comunità,ospedali psichiatrici case di riposo e chssà cos'altro.La nostra società non vuole iterrogarsi sulperchè del disagio e del malessere, vuolecancellarlo o, perlomeno, comportarsi come se nonci fosse. E' una società piena di incongruenze edi incoerenze logiche: non si vogliono i tossicisulle strade ma neanche le narcosale; non sivogliono le discariche ma non si vuole cominciare a produrre meno rifiuti ecc.Il compito delle persone che si ocupano diproblemi sociali è, secondo me, dare voce a chinon ce l'ha, fare ragionare i cosiddetibenpensanti (cosa praticamente impossibile) operlomeno cercare, attravereso un'informazionecorretta, mettergli di fronte la realtà delle cose.se si riesce a far capire a qualche persona chenon ci sono soluzioni semplici ( osemplicistiche) ai problemi complessi dellanostra società abbiamo raggiunto uno scopo importante per tutta l'umanità.anche l'uso del blog può contribuire a questo.dobbiamo impegnarci per diffonderne l'uso in modoche diventi un punto d'incontro non solo per gli"addetti ai lavori" ma per tutte le persone chevogliono avere un ppnto di vista diferente sullanostra multiforme e sfuggevole realtà.

Gabriele

sabato 10 febbraio 2007

Chi siamo?

Siamo Gabriele, Veronica, Chiara S, Chiara Z, Irene, Davide, Grazia, Daniela, Matteo, Patrizia, Antonietta, Silvia e in seguito si sono aggiunte Eleonora e Federica...
L'ordine dell'elenco è dovuto a casualità guidata dal semplice flusso della mia coscienza (se avete delle obiezioni, fatele alla mia coscienza e non a me!).

Ognuno di noi porta con sè un bagaglio culturale compltetamente differente, ma ci accomunano due elementi: il primo è l'esperienza universitaria nel Corso di Studio in "Educazione Professionale" a Torino; il secondo è la volontà di rivalutare, o dar giusto valore, al lavoro dell'educatore.
Ma per fare questo, sappiamo benissimo che dobbiamo far conoscere al mondo chi siamo e cosa facciamo perchè purtroppo sembriamo dotati di una strana qualità ovvero dell "Invisibilità" che è dettata da motivi che hanno -purtroppo- radici culturali ben profonde. Per questo è nata l'associazione culturale Differentità, affinchè la nostra professione diventi visibile e dunque oggetto di giusto valore. Purtroppo oltre alla nostra professione sono invisibili anche molti contesti sociali problematici e tentare di portarli alla luce può aiutare a renderci più coscienti della realtà che ci sta attorno. La nostra grande aspirazione, che molti definiscono "utopica", consiste nella realizzazione di una grande catena: creare interesse nelle persone per le questioni sociali affinché i nostri rappresentanti politici comincino ad agire in funzione dei "veri interessi" della popolazione ossia, non solo pensare all'aspetto economico, ma anche e soprattutto a quello sociale, sanitario ed educativo. D'altronde il benessere di una persona non può essere misurabile solo intermini di reddito, ma bisogna prendere anche in considerazione il contesto sociale in cui è inserito (la famiglia, gli amici, i colleghi, ecc...), la sua salute e la sua formazione personale (intesa come insieme di conoscenze che può applicare nel raggiungere i propri obiettivi).
Dopo questa breve dichiarazione dei nostri obiettivi possiamo passare alla nostra presentazione personale....

domenica 4 febbraio 2007

Benvenuti!

Diamo un grosso benvenuto a tutti!

Differentià -Identità differenti-
è un'associazione culturale fondata da un gruppo di educatori piemontesi con lo scopo di promuovere la figura professionale dell'educatore.

Perché siamo nati?
Durante il percorso di studi e la nostra vita lavorativa ci siamo resi conto di quanto il lavoro dell'educatore sia sconosciuto e sottovalutato. Se si prova ad effettuare una breve indagine conoscitiva sul terrritorio per vedere quante persone sanno chi è e cosa fa un educatore, si tocca con mano l'ignoranza quasi totale delle persone.
Ma il problema è soltanto uno: il settore sociale in Italia, rispetto a quello economico, non viene assolutamente preso in considerazione con la serietà dovuta e ciò porta allo svalutamento (culturale e monetario) di tutte le attività socio-sanitarie. Dunque lo Stato stanzia pochi soldi sul